Giochi per migliorare il mondo: un corso di formazione
Giochi. Mi piacerebbe contare quanto tempo ci spendiamo nella nostra vita.
Nella mia, di sicuro non quanto ne vorrei – e comunque non ne rimpiango un solo minuto.
Mentre sto tornando a casa dopo un corso di formazione durato una settimana, che si è svolto nell’amabile cornice di Sermugnano, un sacco di emozioni, ricordi e idee mi stanno tornando in mente: è stata una settimana dedicata a giochi e/in educazione, con un gruppo di partecipanti brillante e un sacco di risultati.
Mi sa che io e i miei partners-in-crime Carmine e Mafalda abbiamo realizzato un corso di formazione più interessante della media. Lo si poteva vedere dall’outreach dei nostri post sui social media: un sacco di gente è interessata ai giochi di questi tempi. E intendo adulti, gente che ci campa, progettisti, professionisti o anche semplici fan: tanta gente interessata.
Lo si poteva vedere anche nella soddisfazione sulle facce dei nostri partecipanti, dopo aver progettato e creato i prototipi di cinque diversi giochi educativi. I prototipi sono stati poi testati nella Tana Degli Orchi, una ludoteca di Viterbo, ottenendo un prezioso feedback dai giocatori locali.
Durante il corso, abbiamo fatto sperimentare ai partecipanti Lego, giochi da tavolo e con le carte, video giochi di tanti tipi diversi.
Abbiamo dato informazioni su visual e componenti dei giochi, su come progettare dinamiche e meccaniche di un gioco. Infine ci siamo concentrati su come creare una narrazione che sia connessa alle meccaniche e quindi al gioco stesso. Ci siamo anche divertiti un bel po’, mentre conducevamo le diverse sessioni, e soprattutto… il nerdometro ha raggiunto livelli massimi diverse volte al giorno 🙂 visti i continui riferimenti a Star Wars, Galaga, Dungeons & Dragons etc etc.
Giochi e valori
In ogni caso questo non sarebbe potuto essere un corso (intensivo) sulla progettazione di giochi educativi… senza domandarsi quali connessioni e possibili relazioni si possano trovare tra i due mondi. Abbiamo investito un bel po’ di tempo a ragionare con i partecipanti su come avere un impatto, grazie a Carmine e alla sua presentazione della teoria dei Valori Umani di Base di Shalom H. Schwartz come cornice per definire ciò su cui concentrarsi in ogni azione educativa, e per far emergere i valori che vogliamo prouovere tramite i nostri giochi e come.
E’ sempre bello vedere le idee trasformarsi in qualcosa di tangibile, ma è anche molto difficile scegliere la singola idea-più-importante da promuovere. I nostri progettisti hanno lavorato sodo per identificare e mettere a fuoco il loro tema principale, ma alla fine le parole chiave che si sentivano nei diversi gruppi di progettazione erano coinvolgimento e partecipazione, collaborazione, miglior gestione delle risorse, superamento delle frontiere, rafforzamento delle comunità locali… quindi un sacco di semi per un mondo migliore.
Tutti loro hanno sicuramente ascoltato con attenzione i TED talks di Jane McGonigal sui giochi, che abbiamo proposto. Eccoveli qui:
Reverse-engineering dei giochi
Se leggete questo blog, dovreste sapere che sono un super fan dei metodi di educazione attiva. Quindi non potrei sopportare di star lì a fare lezione sulle meccaniche e le dinamiche di un gioco, senza il famoso approccio hands-on che ho imparato dagli hacker informatici nel secolo scorso 🙂
Esattamente per onorare questi… game-changers 😎 ho progettato una sessione sul reverse engineering dei giochi: i diversi gruppi di partecipanti hanno scelto un gioco che tutti loro conoscevano, e hanno descritto il suo tema, la narrazione, le dinamiche, le meccaniche, i visual e i componenti. Devo dire che le discussioni sono state lunghe, ma hanno fruttato definizioni precise e complete di ognuno degli ingredienti richiesti. E una volta ogni tanto posso anche dirmelo: sono stato bravo ad inventarmi questo meccanismo.
Abbiamo discusso tutti gli aspetti e gli ingredienti dei giochi, usando esempi dagli scacchi a Galaga, per sottolineare una volta di più che ogni buon gioco è basato su componenti precisi e definiti, e non importa su quale piattaforma verrà giocato.
E’ stato molto soddisfacente vedere che i partecipanti riuscivano ad identificare tutti i componenti dei diversi giochi, e questo ha preparato la strada al successivo processo di progettazione e creazione dei prototipi. Come già ricordato, cinque diversi giochi sono stati realizzati e testati durante l’ultima serata alla ludoteca La Tana Degli Orchi di Viterbo.
Inoltre, tutti i giochi sono stati progettati per trattare diverse questioni e tematiche sociali, dalla collaborazione necessaria per una migliore gestione delle risorse, al coinvolgimento delle comunità locali per risolvere problemi politici, ecc. – ci metteremo all’opera per distribuire questi giochi tramite i social molto presto, per avere un impatto ancora maggiore.
War Games
Questo corso si chiamava War Games, come il famoso (?) film degli anni 80 in cui un ragazzo rischia di scatenare la terza guerra mondiale giocando online alla “guerra termonucleare totale” con un supercomputer. Essendo gli anni 80, “online” ovviamente significa la vecchia, basilare forma di connessione modem-telefono, che era l’unica forma di “online” disponibile ai tempi, e il gioco stesso viene giocato quasi solo su schermi di solo testo.
E io mi emoziono sempre, quando si tira in ballo il retro computing 🙂
Il fatto è che quasi nessuno tra i partecipanti conosceva il film o l’aveva visto prima.
A parte farmi sentire una volta di più il peso della vecchiaia, credo che questo segni davvero una differenza su come le persone ricordano gli anni 80. Se sei cresciuto nell’est Europa, erano file al supermercato e poco più, al massimo abbiamo avuto in comune i cartoni della famiglia Mezil; altrimenti, per tanti altri erano vestiti fuffa e musica di plastica sottovuoto la nascita della moda e della cultura pop, e per pochi sfigati… beh, erano la nascita dell’hacking e dei videogiochi, e stavamo facendo la storia senza saperlo.
Per questo mi è piaciuta particolarmente la sessione sui video giochi che abbiamo realizzato, in cui si è parlato di eSports (ne avevamo già parlato qui tempo fa…) e abbiamo fatto sperimentare ai partecipanti giochi non consueti: per alcune ore abbiamo giocato a This War of Mine, Papers Please, 1979 Black Friday e altri titoli che avevamo già trattato in precedenti post qui e qui.
Spesso educatori e formatori condividono qualche preconcetto sui video giochi. Probabilmente molti di loro non ci hanno giocato molto, o non riescono a vederne il potenziale. Lo stesso si potrebbe dire di tanti genitori: per questo abbiamo deciso di aprire una discussione su quello che rappresenta la parte più grande dell’industria del gioco al giorno d’oggi. L’infografica qui raccoglie tutto ciò che i partecipanti hanno detto sul lato chiaro e il lato oscuro dei video giochi:
L’argomento in effetti è molto dibattuto, e volevamo offrire ai partecipanti diverse angolazioni nel dibattito mondiale in corso su questa parte del mondo dei giochi. Condividete le vostre opinioni nei commenti!